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Negoziante, non Mollare !

 

Negoziante! Non Mollare!

Un piccolo negoziante è un custode di tradizioni e passioni, che con dedizione e amore trasforma la sua bottega in un luogo di incontro e scoperta. Ogni giorno, con gesti sapienti e un sorriso sincero, accoglie i clienti come amici, offrendo non solo prodotti, ma anche storie e consigli preziosi. La sua attività è un rifugio di autenticità, dove il tempo sembra rallentare, permettendo a chi vi entra di assaporare l'essenza della comunità e il calore umano. In un mondo sempre più frenetico, il piccolo negoziante rappresenta un ancoraggio al passato e un ponte verso il futuro, mantenendo vive le relazioni genuine e l'attenzione ai dettagli che rendono speciale ogni esperienza d'acquisto.

Vogliamo essere più tecnici? Un piccolo negoziante è un imprenditore che gestisce un'attività commerciale di modeste dimensioni, basata principalmente sul proprio lavoro e su quello dei familiari, con un investimento di capitale limitato.

Premessa importante ! Negli ultimi anni, i piccoli negozianti hanno affrontato sfide sempre più complesse, con vendite sporadiche e difficili. Le principali ragioni di questa crisi sono tre:

1.       Contrazione del potere d’acquisto: L'aumento dei costi di gestione, dovuto alla crescente inflazione e ai rincari energetici, ha eroso la capacità di spesa delle famiglie. Negli ultimi due anni, il potere d'acquisto degli italiani è calato di 14,7 miliardi di euro, con una perdita media di oltre 540 euro per nucleo familiare.

2.       Diverso processo d’acquisto della Generazione Z: Nata nell'era digitale, la Generazione Z utilizza con destrezza dispositivi mobili e social media, influenzando profondamente le loro abitudini di consumo. Il 92% dei membri della Gen Z ha già acquistato prodotti online, e il 72% utilizza lo smartphone per fare acquisti.

3.       Importanza maggiore data al divertimento immediato e ai viaggi: La Generazione Z mostra una preferenza per le esperienze rispetto ai beni materiali. Quasi un quinto degli intervistati sostiene di preferire spendere soldi per esperienze speciali piuttosto che per prodotti.

Oltre a queste ragioni principali, esistono altri fattori che contribuiscono alle difficoltà dei piccoli retailer:

4.       Ascesa dell’e-commerce: La comodità e la vasta scelta offerte dalle piattaforme online hanno spostato una parte significativa dei consumatori verso gli acquisti digitali, mettendo in difficoltà i negozi fisici.

5.       Desertificazione commerciale: Negli ultimi dieci anni, la desertificazione commerciale ha colpito duramente i borghi italiani, riducendo la vitalità economica e la disponibilità di

6.       Passaggio generazionale nelle imprese familiari: In Italia, molte aziende a conduzione familiare devono affrontare il delicato momento del passaggio generazionale. Solo il 30% di queste imprese sopravvive al primo cambio generazionale, e appena il 13% arriva alla terza generazione. Questo processo può essere complicato da divergenze nella visione del business tra le generazioni, mancanza di comunicazione e fiducia negli eredi.

7.       Evoluzione delle abitudini di consumo della Generazione Z: I giovani della Generazione Z, pur essendo nativi digitali, mostrano un rinnovato interesse per i negozi fisici, visti non solo come luoghi di acquisto ma anche di socializzazione. Tuttavia, le loro aspettative sono elevate: cercano esperienze d'acquisto integrate tra online e offline, promozioni speciali e un forte coinvolgimento attraverso i social media. I retailer devono quindi adattarsi offrendo esperienze uniche e interattive per attrarre questa generazione.

8.       Difficoltà nell'adozione della digitalizzazione: Molti piccoli retailer faticano a integrare strumenti digitali nelle loro operazioni quotidiane, sia per la gestione interna che per l'interazione con i clienti. Questa mancanza di digitalizzazione può limitare la loro capacità di competere con concorrenti più tecnologicamente avanzati e di rispondere alle aspettative dei consumatori moderni.

9.       Cambiamento delle dinamiche di mercato: La crescente preferenza dei consumatori per esperienze di acquisto omnicanale e l'influenza dei social media stanno trasformando il panorama del retail. I piccoli negozi devono adattarsi a queste nuove dinamiche per rimanere competitivi.

Paroloni, ma alla fine la questione è semplice: La difficoltà dei piccoli negozianti nel soddisfare appieno le aspettative dei consumatori odierni deriva principalmente dalla limitata varietà di prodotti che possono offrire. A differenza delle grandi catene o delle piattaforme di e-commerce, i piccoli negozi dispongono di spazi e risorse limitate, rendendo impossibile avere a disposizione l'intera gamma di prodotti che un cliente potrebbe desiderare.

I consumatori moderni, abituati alla vastità dell'offerta online, cercano specificamente prodotti particolari e si aspettano di trovarli facilmente. Quando un piccolo negozio non è in grado di fornire esattamente ciò che il cliente cerca, quest'ultimo tende a rivolgersi ad alternative che garantiscono una maggiore disponibilità, come le piattaforme online o i grandi magazzini.

Inoltre, la comodità dell'acquisto online, che permette di confrontare prezzi, leggere recensioni e ricevere il prodotto direttamente a casa, contribuisce ulteriormente a distogliere i consumatori dai piccoli negozi fisici. Nonostante molti italiani preferiscano ancora acquistare in negozi fisici, l'e-commerce sta guadagnando terreno grazie alla sua capacità di offrire una vasta gamma di prodotti e servizi aggiuntivi.

Ora ti faccio un esempio pratico del vecchio e del nuovo processo d’acquisto:

Alice ha 50 anni. Il suo corpo si modifica e sente l’esigenza di acquistare nuovi pantaloni. Che fa ?

·         Si fa venire in mente tre o quattro negozi dove andare in base alla sua esperienza passata in base alle raccomandazioni di altre persone vicine

·         Trova il tempo e ci va

·         Guarda prova, non trova, trova, si adatta, si convince, sceglie e compra.

·         Torna a casa con i pantaloni, non quelli che aveva sognato e desiderato ma altri simili o diversi, comodi e che comunque la vestono.

Alice ha 25 anni, veste qualsiasi cosa e sente l’esigenza di acquistare un paio di pantaloni nuovi. Che fa ?

·         Si fa venire in mente o cerca sul web tre o quattro negozi vintage dove vendono abiti usati (Humana etc. etc. ) ci va, se trova compra se non trova va via.

·         Se va via passeggia e davanti a lei cammina una persona con dei pantaloni fighi. Lei si avvicina, li fotografa se non vuol chiedere, poi chiede a google che pantaloni sono, rileva la marca e il modello, si informa, li cerca sul web in tutta Europa, li trova, della marca, del colore e della taglia sua. A Bilbao costano meno, li compra sul web e li riceve in un paio di giorni.

Si capisce la differenza tra i due processi d’acquisto? Questa è la questione importante che pochi valutano.

Ora diciamo invece due parole sulle grandi catene di negozi che on se la passano certo meglio dei piccoli negozianti. Negli ultimi anni, numerose grandi catene di negozi hanno affrontato crisi significative, sia in Italia che nel resto d'Europa. In Italia, marchi storici come Benetton, Coin, Conbipel, Geox e Furla stanno attraversando difficoltà economiche, dovute a un calo degli acquisti e a una mancata capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato.

A livello europeo, anche altre catene stanno vivendo momenti critici. Ad esempio, Marks & Spencer nel Regno Unito ha annunciato la chiusura di 100 negozi entro il 2022, a causa di una diminuzione delle vendite e della necessità di ristrutturare le proprie operazioni.

Queste crisi sono spesso attribuite a diversi fattori, tra cui la crescita dell'e-commerce, il cambiamento delle abitudini dei consumatori e l'incapacità di alcune catene di adattarsi rapidamente alle nuove dinamiche del mercato. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente aggravato la situazione, accelerando la transizione verso gli acquisti online e mettendo a dura prova i modelli di business tradizionali.

Per affrontare queste sfide, molte catene stanno rivedendo le proprie strategie, puntando sull'integrazione tra negozi fisici e piattaforme digitali, riducendo i punti vendita meno performanti e cercando di offrire esperienze d'acquisto più in linea con le aspettative dei consumatori moderni.

E ora sorvoliamo gli e-tailer e vediamo che succede. Negli ultimi anni, diversi e-tailer di lusso hanno affrontato crisi significative, evidenziando le sfide del settore dell'e-commerce di alta moda. Oltre a Yoox Net-a-Porter (YNAP) e Farfetch, altre piattaforme hanno vissuto momenti difficili:

  1. MatchesFashion: Nel marzo 2024, Frasers Group ha deciso di ritirare il supporto a MatchesFashion, mettendo in discussione la sostenibilità del modello di business delle piattaforme di moda di lusso online.

  2. Mytheresa: Nonostante una recente acquisizione, Mytheresa ha dovuto affrontare una domanda in calo, riflettendo le difficoltà comuni tra i rivenditori online di lusso.

  3. Nykaa: Il rivenditore indiano ha registrato profitti inferiori alle aspettative nel primo trimestre del 2024, con una significativa diminuzione delle vendite nel settore dell'abbigliamento.

Queste crisi sono attribuibili a vari fattori, tra cui:

  • Cambiamento delle abitudini dei consumatori: I clienti stanno tornando agli acquisti in negozi fisici e preferiscono interazioni dirette con i brand, riducendo la dipendenza dalle piattaforme multi-marca online.

  • Sfide logistiche: La complessità delle spedizioni internazionali e i costi elevati dei resi hanno inciso negativamente sulla redditività degli e-tailer.

  • Concorrenza diretta dei brand: Molti marchi di lusso stanno potenziando le proprie piattaforme di e-commerce, riducendo la dipendenza da rivenditori terzi e aumentando la competizione per gli e-tailer.

Queste dinamiche indicano una necessità per gli e-tailer di lusso di rivedere le proprie strategie, focalizzandosi sull'innovazione, l'efficienza operativa e la costruzione di relazioni più strette con i consumatori per rimanere competitivi in un mercato in evoluzione.

La panoramica attuale del commercio al dettaglio evidenzia sfide significative sia per i piccoli negozianti che per le grandi catene. I piccoli esercizi stanno affrontando una crisi strutturale, con vendite in calo e una crescente concorrenza da parte dell'e-commerce e delle grandi catene.

D'altro canto, anche le grandi catene non sono immuni alle difficoltà. Alcuni marchi storici stanno attraversando crisi profonde, dovute a una mancata capacità di adattamento alle nuove dinamiche del mercato e alla crescente preferenza dei consumatori per esperienze di acquisto più personalizzate e locali.

Guardando al futuro, è probabile che il settore del retail continui a evolversi verso modelli più integrati e digitalizzati. I negozi fisici potrebbero trasformarsi in spazi esperienziali, focalizzandosi su servizi personalizzati e sulla creazione di comunità locali. L'adozione di strategie omnicanale, che integrano l'esperienza online e offline, diventerà sempre più cruciale per soddisfare le aspettative dei consumatori moderni.

Inoltre, la sostenibilità e l'attenzione all'ambiente giocheranno un ruolo sempre più centrale nelle decisioni dei consumatori, spingendo sia i piccoli negozianti che le grandi catene a rivedere le proprie pratiche operative e l'offerta di prodotti.

Il futuro del settore retail sarà determinato dalla capacità delle aziende di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze dei consumatori, integrando innovazione tecnologica, sostenibilità e un forte legame con la comunità locale.

Innovazione Tecnologica

L'adozione di tecnologie avanzate è fondamentale per migliorare l'esperienza del cliente e ottimizzare le operazioni interne. L'intelligenza artificiale (IA) consente una personalizzazione dell'offerta, analizzando i dati dei consumatori per prevedere le loro preferenze e offrire raccomandazioni su misura. Ad esempio, l'IA può analizzare i comportamenti d'acquisto per suggerire prodotti pertinenti, migliorando la soddisfazione del cliente e aumentando le vendite.

L'omnicanalità rappresenta un'altra componente chiave dell'innovazione tecnologica nel retail. Integrare i canali online e offline permette ai consumatori di vivere un'esperienza d'acquisto fluida e coerente. Ad esempio, un cliente può ordinare un prodotto online e ritirarlo in negozio, oppure verificare la disponibilità di un articolo tramite un'app mobile prima di recarsi fisicamente al punto vendita. Questa sinergia tra canali aumenta la convenienza per il cliente e amplia le opportunità di vendita per il retailer. citeturn0search2

Sostenibilità. La crescente consapevolezza ambientale sta influenzando le decisioni d'acquisto dei consumatori, che preferiscono brand impegnati in pratiche sostenibili. I retailer possono rispondere a questa tendenza adottando misure come la riduzione dell'uso della plastica, l'attenzione agli imballaggi ecologici e l'offerta di servizi di riparazione per prolungare la vita dei prodotti. Ad esempio, alcuni punti vendita stanno eliminando gli imballaggi superflui e promuovendo l'uso di materiali riciclabili, oltre a offrire servizi di riparazione per incentivare un consumo più responsabile. citeturn0search3

L'impegno verso la sostenibilità non solo risponde alle aspettative dei consumatori, ma contribuisce anche a differenziare il brand in un mercato competitivo, rafforzando la reputazione aziendale e costruendo una base di clienti fedeli.

Legame con la Comunità Locale. I negozi fisici possono rafforzare il loro ruolo all'interno della comunità locale offrendo spazi che vanno oltre la semplice vendita di prodotti. Organizzare eventi culturali, workshop o collaborazioni con artigiani locali trasforma il punto vendita in un hub sociale, promuovendo un senso di appartenenza tra i clienti. Ad esempio, alcuni retail park stanno evolvendo in hub sociali, integrando spazi verdi, aree per eventi e servizi comunitari per creare un ambiente più inclusivo e coinvolgente.

Questo approccio non solo attira i clienti, ma rafforza anche la posizione del retailer come parte integrante della comunità, creando relazioni durature e basate sulla fiducia.

Pare che il successo futuro nel settore del retail dipenderà dalla capacità delle aziende di abbracciare l'innovazione tecnologica per migliorare l'esperienza del cliente, adottare pratiche sostenibili che rispondano alle crescenti preoccupazioni ambientali e coltivare un forte legame con la comunità locale. Queste strategie integrate permetteranno ai retailer di rimanere rilevanti e competitivi in un mercato in continua evoluzione.

Per un piccolo negoziante prossimo al pensionamento, affrontare le trasformazioni epocali nel settore retail può rappresentare una sfida significativa. La motivazione e la competenza necessarie per adattarsi a questi cambiamenti possono essere influenzate da diversi fattori:

Motivazione.

Prossimità al pensionamento: A pochi anni dal ritiro, alcuni negozianti potrebbero non percepire un ritorno sull'investimento sufficiente a giustificare l'adozione di nuove tecnologie o strategie innovative.

  • Resistenza al cambiamento: Dopo decenni di attività condotta in un determinato modo, l'idea di modificare processi consolidati può generare una naturale resistenza.

Competenza

  • Alfabetizzazione digitale: L'implementazione di strumenti digitali richiede competenze specifiche che potrebbero non essere presenti in negozianti di lunga data.

  • Aggiornamento sulle tendenze: Mantenersi aggiornati sulle ultime tendenze del mercato e sulle aspettative dei consumatori richiede tempo e risorse dedicate.

Strategie di Supporto

Per facilitare questa transizione, si potrebbero considerare le seguenti strategie:

  • Formazione mirata: Offrire corsi di formazione specifici per l'adozione di tecnologie digitali e per comprendere le nuove dinamiche del mercato.

  • Collaborazione intergenerazionale: Coinvolgere giovani professionisti o membri della famiglia nell'attività può apportare nuove competenze e prospettive, facilitando l'adozione di innovazioni.

  • Semplificazione tecnologica: Optare per soluzioni tecnologiche user-friendly che richiedano un investimento minimo in termini di tempo e risorse per l'apprendimento.

  • Supporto istituzionale: Le associazioni di categoria e le istituzioni locali possono fornire supporto attraverso consulenze, incentivi o programmi dedicati alla digitalizzazione delle piccole imprese.

In conclusione, sebbene le sfide siano notevoli, con il giusto supporto e approccio, anche i piccoli negozianti prossimi al pensionamento possono adattarsi alle trasformazioni in atto nel settore retail, garantendo la sostenibilità della loro attività fino al momento del ritiro. Ci vuole certo una motivazione fortissima e la capacità di affrontare un cambiamento totale.  Chi possiede questa abbilità per davvero ?

Nel panorama digitale odierno, emergono numerosi "guru" online che promettono strategie infallibili per ottenere successo nel settore retail. Tuttavia, è essenziale avvicinarsi a queste figure con cautela e spirito critico.

Identificare i "Fuffa Guru"

Il termine "fuffa guru" si riferisce a individui che, senza una solida esperienza o competenza, offrono consigli o corsi promettendo risultati straordinari in breve tempo. Spesso, queste persone utilizzano tecniche di marketing persuasive, mostrando stili di vita lussuosi o testimonianze non verificabili per attirare clienti. Un esempio di analisi critica su questo fenomeno è disponibile in un articolo di Fabio Pellencin, che fornisce sette semplici mosse per smascherare i finti guru e imbroglioni del web.

Approccio Critico e Selezione delle Fonti

Per un piccolo negoziante prossimo al pensionamento, è fondamentale valutare attentamente le fonti da cui attingere consigli. Si consiglia di:

  • Verificare le Credenziali: Esaminare il background professionale del consulente o formatore, cercando esperienze concrete nel settore retail.

  • Evitare Promesse Irrealistiche: Diffidare di chi garantisce successi rapidi o guadagni elevati senza un impegno proporzionato.

  • Cercare Testimonianze Autentiche: Affidarsi a feedback verificabili da parte di altri professionisti del settore.

Formazione Continua e Supporto Affidabile

Invece di seguire consigli da fonti dubbie, è preferibile:

  • Partecipare a Corsi Accreditati: Rivolgersi a istituzioni riconosciute o associazioni di categoria che offrono formazione specifica per il settore retail.

  • Unirsi a Reti di Professionisti: Entrare in contatto con altri negozianti per condividere esperienze e strategie comprovate.

  • Consultare Esperti con Prove Tangibili: Collaborare con consulenti che possano dimostrare risultati concreti ottenuti in situazioni simili.

In conclusione, mentre esistono professionisti validi che offrono consulenza nel settore retail, è essenziale distinguere tra esperti autentici e "fuffa guru". Un approccio critico e una selezione accurata delle fonti di informazione possono aiutare i piccoli negozianti ad adottare strategie efficaci e sostenibili per affrontare le sfide del mercato contemporaneo.

Di consigli se ne possono dare tantissimi ma uno che mi sentirei proprio di dare è quello di viaggiare in altri paesi e incontrare colleghi e parlare, parlare e parlare. Dopo un po’ qualche novità vien fuori e novità vuol dire idea, innovazione, una buona partenza. Poi sul come fare, si chiede aiuto ma l’importante è decidere come cosa fare e come fare.

Ti racconto qui di seguito una storia VERA da cui puoi anche prendere spunto:

Ci sono momenti in cui il cambiamento non è più una semplice possibilità, ma diventa l’unica strada per guardare avanti. È la storia di Rosy Abbigliamento, un negozio di moda che, anziché soccombere alle difficoltà del settore, ha scelto di trasformarsi, riscrivendo il proprio destino nel cuore di Sant’Egidio di Cesena.

Per anni, la boutique della famiglia Avarello aveva rappresentato un punto di riferimento per chi cercava stile e qualità, vestendo generazioni di clienti. Tuttavia, il settore dell’abbigliamento, sempre più colpito da una crisi strutturale, imponeva una riflessione profonda. Restare fermi significava rischiare di perdersi, mentre osare poteva aprire nuove opportunità. Così è nata l’idea di una svolta radicale: abbandonare il commercio tradizionale e specializzarsi in ricamo, stampa e riparazione dei capi.

Non è stata una scelta priva di difficoltà, ma la passione per l’artigianato e l’intuito imprenditoriale hanno tracciato il percorso. Oggi, Rosy Abbigliamento è diventato un laboratorio creativo, dove ogni cliente può trasformare un’idea in un capo unico e personalizzato. Le moderne macchine ricamatrici di ultima generazione riproducono ogni dettaglio con precisione millimetrica, garantendo una qualità impeccabile e valorizzando ogni tessuto con dettagli su misura. Anche il servizio di stampa e riparazione ha assunto un ruolo centrale, permettendo di dare nuova vita ai capi e rispondere alle esigenze di una clientela sempre più ampia.

Ma il vero motore di questa crescita non si è limitato alla qualità artigianale: la chiave del successo è stata la presenza sui social, che ha permesso all’attività di superare i confini locali e raggiungere clienti in tutta Italia. Attraverso una comunicazione mirata e coinvolgente, il nuovo corso dell’azienda ha attirato sempre più attenzione, trasformando il laboratorio in una realtà consolidata e riconosciuta.

Oggi, Ricamolandia, questo il nuovo nome della realtà nata dalla trasformazione di Rosy Abbigliamento, è un brillante esempio di imprenditorialità dinamica e lungimirante. In un contesto incerto, ha saputo reinventarsi con creatività e intuizione, individuando nuovi segmenti di mercato e distinguendosi per la capacità di innovare. Un modello virtuoso che arricchisce il tessuto commerciale cittadino, dimostrando come con ingegno e determinazione sia sempre possibile ripartire.

Gli Avarello guardano al futuro con entusiasmo, consapevoli che la crescita passa attraverso l’innovazione continua. Con lo sguardo rivolto avanti, continuano a investire e a perfezionare il loro lavoro, con un unico obiettivo: trasformare ogni idea in una creazione tessile unica e su misura.

Buon futuro negoziante, tieni duro, innova e non mollare !

 
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